domenica 23 gennaio 2011

Ecomostri: da una tutela teorica ad una pratica dissennata


Si allega la copia della mail inviata dai capigruppo di minoranza Massimo Ortelli ed Emanuele Angelinetta.

Alla Cortese attenzione di

Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Milano, Bergamo, Como, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco e Lodi

Direttore: Dott. Alberto Artioli

Milano - Piazza Duomo, 14 - 20122
Tel: 02.86313211
Fax: 02.72023269
E.mail:
soprmi@libero.it


Oggetto: COSTRUZIONE NUOVO COMPLESSO RESIDENZIALE – proprietà IMMOBILIARE “LAGO s.r.l., Progettista Arch. Elio della Patrona, Impresa esecutrice CO.MER s.p.a..


Gentile dott. Artioli,

scriviamo questa segnalazione per rafforzare la documentazione presso i Vostri uffici in merito al tema in oggetto, onde poter esprimere un parere meglio supportato.

La ripresa fotografica dalla strada lungo fiume, via Mulini, quella da sud-est, la ripresa verso la catena delle montagne alla base della Val Chiavenna-Valle dei Ratti, ed altre ancora rappresentano il paesaggio che sarà alterato, completando quanto già rappresentato in progetto, con la ripresa da monte e la relativa la simulazione.

E' parere degli scriventi che l'intervento appaia importante, dal punto di vista paesaggistico e ambientale. La tipologia non consona al territorio, il peso insediativo già imponente (45 appartamenti escluso il presente ampliamento), la collocazione a ridosso dell'abside della chiesa e in fregio al fiume, la sovrapposizione visuale con la catena della valle dei Ratti da un lato, con la sagoma del monte Legnone e con il retrostante Sasso Pelo non sembrano elementi mitigabili.

E' recentissima l'assegnazione della bandiera nera per la cementificazione ad una serie di comuni (purtroppo numerosa) dell'Alto Lago. Il comune di Domaso non ha avuto assegnazioni, ma viene da dire che si sia salvato non tanto (o non solo) per la cura data al paesaggio in questi ultimi anni, ma per la conformazione de territorio, la più parte fortemente urbanizzato ma privo di punto di vista immediato, diversamente ad esempio da Vercana o Trezzone o Gravedona.

Vogliamo però a sottolineare che il grado di cementificazione é percepibile anche nel nostro paese, attraversandolo a piedi, oltre che osservandolo dal lago. Sosteniamo questo non già per senso dell'essere contro, ma perchè é purtroppo evidente che c'é bisogno di un limite, reale ed effettivo, a garanzia e tutela del nostro paesaggio e della qualità urbana ed ambientale che lasceremo a chi verrà dopo di noi.

Esponiamo ora le nostre brevi osservazioni:

  1. Il corpo di fabbrica che va da nord a sud, parallelo al fiume, é una cortina edilizia con un peso ed una valenza paesaggistica già molto importanti; va detto, pur essendo un dato tecnico e non paesaggistico, che l'edificio, di fatto, é certamente più lungo di 20 ml. Pur essendoci la norma di pgt e precedentemente di prg, che vieta le costruzioni di facciate superiori a detta misura.

  2. Guardando dalla via mulini, dopo la chiesa parrocchiale, l'impatto visivo é decisamente forte: la retrostante catena della valle dei Ratti e l'inizio della Valle Codera, sono ormai completamente nascoste dell'edificio.

  3. La tipologia costruttiva, se pur non realizza un ecomostro, ma un grosso condominio cittadino, é tra le meno consone ad essere ospitate in quest'area, ma più in generale in Alto Lago. Purtroppo, come si vede dalle foto, le tipologie aberranti si sono pian piano intromesse nelle aree retrostanti, ad esempio Vercana.

  4. La simulazione fotografica progettuale non esprime completamente il rapporto conflittuale della struttura con il paesaggio circostante, in particolare con la mole della Chiesa Parrocchiale di S. Bartolomeo, monumento di indubbio valore culturale, storico ed architettonico, ma altresì paesaggistico. Le chiese sono da sempre elementi cardine, di aggregazione visuale e formale del paesaggio, oggi sempre più soffocate da interventi poco oculati ed eccessivamente invasivi (esempio paradigmatico Montemezzo, Vercana, e loc. Brenzio)

  5. Si evidenzia la pericolosità dell'area che, seppur oggetto di numerosi interventi di messa in sicurezza, mal si presta secondo noi ad una così pesante opera edificatoria.

  6. L'edificio é attualmente di tre piani fuori terra ed uno interrato: la percezione dei tre livelli non é del tutto completa, mancando la demolizione delle serre antistanti, una volta rimosse l'impatto sarà ancor maggiore.


Si sottolinea che le simulazioni fotografiche qui eseguite sono rappresentative non certo del risultato finale, essendo ancora un cantiere l'immagine su cui si é lavorato, ma vogliono solo evidenziare l'ingombro paesaggistico-visuale dell'opera che, con un livello in più, appare veramente esagerata e sproporzionata.

Fiduciosi che le suddette osservazioni verranno prese in considerazione, si porgono i più cordiali saluti e gli auguri per un buon lavoro.


Domaso, 22 luglio 2010


Capigruppo di minoranza



Arch. Massimo Ortelli Ing. Emanuele Angelinetta

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma cos'ha risposto (se ha risposto)ildott.Artioli ??

massimo ortelli ha detto...

Nessuno ha risposto, non per inerzia, probabilmente perché la pratica, anche a detta di alcuni rappresentanti della cruna del lago, era troppo avanti.
Avendo già dato la prima autorizzazione, probabilmente non vi erano motivi sufficienti per negare la seconda, dico probabilmente. In questi casi si deve agire tempestivamente, ma spesso mancano i mezzi e le finanze.
un saluto
m.o.