martedì 24 gennaio 2012

SPAZI COMUNI



Buongiorno a tutti, e buon 2012!

In questi giorni abbiamo presentato una richiesta all'Amministrazione per potere utilizzare una saletta al piano terra della villa comunale.

Riteniamo che la disponibilità, anche informale, di tale spazio, serva per momenti di incontro, confronto e proposta su temi collettivi.

Auspichiamo pertanto che le nostre richieste si possano concretizzare, anche per una riscoperta della sede comunale, non come spazio dirigenziale chiuso, ma permeabile alle esigenze collettive e per aprire ad un inizio di partecipazione nella gestione delle proposte che riguardano il paese.

Siamo in attesa di una risposta

martedì 11 ottobre 2011

AI SINDACI DELL'ALTO LAGO


Buongiorno pubblico questa lettera qui, sul blog, consapevole che sia un po tardiva, ma arriva in sostituzione del quotidiano della Provincia di Como, dove purtroppo, non é "stato possibile"
pubblicare un articolo.

LETTERA APERTA AI SINDACI DELL'ALTO LAGO

Giugno é passato, i festeggiamenti hanno lasciato posto ai fatti, al “dopo” e francamente non é un quadro confortante. Come qualcuno aveva profetizzato, dopo la sconfitta, il sistema delle lobby-partito ha reagito, e di fatto ha presentato il conto: l'art. 23Bis, cancellato con il referendum da oltre 26 milioni di italiani, é riapparso per incanto nella Finanziaria. Riproposta e rinvigorita dalla crisi rinasce la ricetta della privatizzazione dei trasporti locali e della gestione dei rifiuti, una torta da milioni di euro.

L'acqua, per una traccia di pudore, non compare, ma si sa....si deve privatizzare per risanare i conti (?)...se poi dentro ci scappano anche i servizi idrici....tanto meglio.

Gli estensori dei quesiti hanno ricorso, sollevando l'incostituzionalità della manovra, avendo essa stessa rivificato una norma cancellata, dal canto suo il Governo se ne infischia dei cittadini e tira dritto: come dire...il referendum ha cancellato l'obbligo a privatizzare, ma non la possibilità...quindi, secondo un certo sistema, tutto come prima.

Sommariamente questo é il quadro nazionale, mentre a livello regionale con l'ultima legge del 2010, regalo di fine anno, si dovrebbero centralizzare i servizi idrici in capo alle Provincie, incaricate a loro volta di istituire un Ufficio d'Ambito, che nella forma prevista é di fatto inaccessibile ai cittadini e quindi non controllabile. Come fosse un c.d.a. di una azienda: si cancellerebbe di fatto il ruolo dei comuni nella gestione dei servizi idrici.

Il tutto é, incredibilmente, inteso ad ignorare che pochi mesi fa la maggioranza degli italiani ha dettato una linea: nessuno deve fare profitti con l'acqua, l'acqua é un diritto, non una merce.

L'azione é, a secondo dei livelli, centrale, regionale e locale. Se a Roma ci sono realtà e risorse già consolidate, a livello locale la situazione é un poco differente.

Fino ad ora, per la nostra provincia, mancano i sindaci, i consiglieri provinciali, quelli regionali mancano, in una parola, i politici che si schierano con i cittadini e che danno forza e più peso istituzionale al comitato. Il territorio dell'Alto Lago, in generale, non fa eccezione. A fronte di una risposta referendaria che in alcuni comuni ha superato il 60 percento si fatica a trovare chi, tra gli amministratori, si schiera apertamente e si impegna a concretizzare quanto affermato dai cittadini il 12 e 13 giugno.

Non voglio pensare che non succederà nulla, che anche i nostri rappresentanti si siano trasformati tutti in quella casta che sta banchettando con i resti del Paese, lontana dai cittadini, loro antagonista anzi, e preoccupata di posti, poltrone, pensioni...

Martedì 11 ottobre, a Como, ci sarà il primo di numerosi incontri, organizzati dal Comitato Provinciale per l'Acqua Pubblica; sarà aperto a tutti, e saranno ufficialmente invitati amministratori di tutta la Provincia, Sindaci, Consiglieri Regionali e Provinciali.

Mi piacerebbe che l'Alto Lago, piccola provincia di confine, avesse i suoi rappresentanti, i sindaci, a difendere la volontà dei cittadini e l'economia del territorio.

Per una volta, e da ora in poi, mi piace pensare che il tema dell'acqua e dei beni comuni possa rappresentare il collante e il punto di partenza per una nuova identità, per una nuova forza territoriale, per una nuova politica.

Il comitato provinciale ha un eccellente gruppo giuridico, indispensabile in questa fase, e se lavorerete assieme, con gli stessi obiettivi, non potrà che uscire un buon risultato.

La strada é indicata con il voto di giugno, é chiara, certo impegnativa (c'é molto da ripensare) e piena di difficoltà, soprattutto in questo momento, ma non é possibile ignorarla: non deludeteci.

Massimo Ortelli, capogruppo nel Comune di Domaso

e membro Comitato Comasco per l'Acqua Pubblica

martedì 2 agosto 2011

CAMBIARE ROTTA



Il grafico riporta l'introito della tassa rifiuti (T.A.R.S.U.) del 2010 del comune di Domaso: oltre il 50% é rappresentato dalle abitazioni (115.351 euro), a seguire troviamo i campeggi (39.783 euro) e i ristoranti (20.454 euro).
Il totale dell'introito é di 223.312,05 euro, (432.392.423 milioni di vecchie lire). Di questa cifra noi utilizziamo ben 108.616,78 euro, (210.309.902 milioni di vecchie lire), per sotterrare o incenerire.....tutti gli anni....ogni anno, uno stillicidio che va ad ingrassare il portafoglio dei gestori di questo business: inceneritori e discariche.
Che dire poi della pericolosità di questi processi? Praticamente paghiamo per ammalarci e per produrre gas che modificano il clima (Co2, Co)...paghiamo per fare "sparire" materiali che potremmo riutilizzare. E' proprio impossibile cambiare rotta? Certamente no.

Alcuni strumenti:

- Confronto con altri comuni
- Informazione patrocinata dall'Amministrazione Comunale, a partire dalle scuole elementari
- Passare da tassa a tariffa, con parte fissa e parte variabile
- Eliminazione dei bidoni interrati e fuori terra.
- Porta a porta (come Colico o tutta la Valtellina e Valchiavenna)
- Differenziazione dell'umido, autocompostaggio
- Pagamento per rifiuti prodotti e non per metro quadrato
- Casa dell'acqua e del latte, dei detergenti sciolti
- Incentivazione delle ecosagre (con materiali riciclabili o biodegradabili)
- Controlli, segnalazioni e sanzioni

Naturalmente l'obbiettivo non é solo diminuire i costi.
E' arrivare ad abbassare il più possibile la produzione di rifiuti, interrompere il sovraconsumo, trasformare gli scarti in materia seconda, impiegare meno energia e meno risorse, e più in generale salvaguardare l'ambiente in cui viviamo, nostra prima ricchezza.














mercoledì 20 luglio 2011

FUTURO INCENERITO? NO GRAZIE!

colonna sinistra, unità di misura in kg

colonna a sinistra, unità di misura in kg

Il Comune di Domaso trasporta la maggior parte dei suoi rifiuti al Forno inceneritore A.C.S.M. di Como, e in piccola parte, solo quando quest'ultimo é in manutenzione, in discarica a Mozzate.
Come noto le opzioni incenerimento e discarica sono le ultime cose da attuare nella filiera dei rifiuti, anche a livello di normativa comunitaria. Infatti incenerire rifiuti, oltre ad essere una chimera energetica, produce una serie di inconvenienti gravi sia sotto il profilo della salute umana che ambientale! (vedi filmato).

Da 1000 kg di rifiuti da incenerire otteniamo (dati prof. Stefano Montanari)

1000 kg di fumi
300 kg di ceneri altamente tossiche
650 litri di acqua da depurare
25 kg di gesso
1000 kg di gas clima-alteranti (Co2, Co)

da 1000 Kg a 3000 kg da smaltire-trattare!! Il triplo dell'inizio...!!


Domaso, dal 2007 al 2010 ha bruciato una media di 760 ton/anno per un totale di 3.040 tonnellate, producendo, solo di Co2, circa 12.000 tonnellate! Il primo passo per una differenziata efficace é la separazione dell'umido dal resto dei rifiuti, per fare un esempio nel 2010 abbiamo speso, in raccolta-trasporto-smaltimento di 898 tonnellate, la bella cifra di 173.977,02 euro (193.7 e/ton); supponendo, in forma cautelativa, una quota del 20% di umido sul totale se ne deduce che circa 180 tonnellate, se auto-smaltite o differenziate, porterebbero ad un risparmio di :

898 ton x 20% = 180 ton

180 x 193,70 e/ton = 34.880 euro


E' vitale cambiare rotta, attuare una differenziata spinta, e recuperare-riciclare il più possibile. non solo per un motivo economico, ma anche per ragioni di sostenibilità ambientale, di salute nostra e dei nostri figli, e di riuso di risorse finite.
L'Amministrazione Comunale é l'unico ente (in proprio o consociato) che ha la forza e il dovere di iniziare questo percorso, effettivamente non più rimandabile.











venerdì 15 luglio 2011

COMPOSTAGGIO AVANTI TUTTA!



Video in cui Paul Connett spiega l'importanza della
separazione della parte umida dal resto dei rifiuti.



Estratto dalla relazione del Comune di Ponte delle Alpi, presentata alla scuola di Altra Amministrazione:


"In pratica, i cittadini più differenziano e meno pagano e, se praticano il compostaggio domestico, possono godere di un ulteriore sconto del 20% sulla parte variabile della tassa, che è stato innalzato al 30% con una modifica regolamentare introdotta nel 2009. La Tarsu puntuale potrà essere applicata, poiché ogni contenitore in dotazione alle famiglie e alle aziende è dotato di un trasponder, che viene letto dagli operatori al momento dello svuotamento; i dati trasferiti sono, poi, trattati dal sistema gestionale della Ponte Servizi. In questo modo, tutti gli utenti hanno avuto un beneficio, con una riduzione dei costi della bolletta rispetto all'anno precedente, che varia dal 10% al 40%, a seconda della loro virtuosità."

E. Ortes


venerdì 1 luglio 2011

PORTA A PORTA, VERSO RIFIUTI ZERO



Domaso é tra i comuni in provincia che producono più rifiuti, con una quantità superiore a 1,6 Kg a testa/giorno, e complessivamente differenzia il 15% circa sul totale prodotto.

Lo studio é pubblicato sul sito della Provincia di Como, ed é riferito al 2007. Certo qualche miglioramento c'é stato, ma forse la strada da intraprendere é un po differente. La percentuale di raccolta del comune di Domaso é attorno al 15%, con una produzione di rifiuti pro capite tra le più alte della Provincia. Si diceva di una strada diversa: da studi fatti la percentuale raggiungibile con i cassoni interrati non supera fisiologicamente il 35%, non é possibile un controllo sui sacchetti, sono costosi e spesso si rompono, non sono sempre così compatibili con l'ambiente (percolazioni nel terreno), emanano nelle vicinanze cattivi odori (contengono l'umido indifferenziato, circa il 35 % del totale dei rifiuti!).
Il nostro paese in particolare é dotato di fortissime escursioni di utenze, e di conseguenti produzioni di rifiuti, questa é certo una complicanza. Però vi sono numerosi comuni, eccellenti (Capannori o Ponte delle Alpi) o anche vicini a noi (Dongo, Colico, Dubino) che hanno iniziato un modello di raccolta differenziata misto.
Dobbiamo iniziare anche noi, invitiamo i sindaci o gli assessori degli altri comuni, contattiamo società del settore, organizziamo incontri con chi eccelle in questo campo, e impariamo!
Non c'é un'altra via. Cominciamo a capire come fare, come sostiene il climatologo Luca Mercalli, a prepararci.
Gli inceneritori sono una bufala di prim'ordine, le discariche non dureranno in eterno, e il privilegio di gettare-ricomprare-sprecare, é ambientalmente insostenibile.
Non credo poi che le persone vadano abituate con estrema gradualità e cautela a questo cambiamento, (peraltro sono vent'anni che si parla di differenziata). Le persone sono ricettive e attente nelle scelte quando hanno le informazioni complete per decidere. Il referendum del 12 e 13 giugno lo ha dimostrato, i cittadini vanno informati, chiedono di esserlo, poi non saranno così lenti o diffidenti come si pensa!






lunedì 27 giugno 2011

IL LIMITE




L'impossibilità di uno sviluppo infinito su un pianeta finito é un'affermazione che appare quasi scontata, ma così non é.
Il problema del limite, di quanto stiamo prelevando dall'ecosistema per creare quello che chiamiamo sviluppo é ben noto da anni, ma di fatto non é mai stato al centro dell'attenzione, ne dei potenti, occupati semmai ad ampliare le possibilità di accaparramento, ne dei media di grande diffusione, occupati invece ad ipnotizzarci.
Il materiale escavato e trasformato, i minerali, l'acqua, il territorio cementificato, l'aria, i rifiuti, il petrolio estratto...rappresentano una quota prelevata al sistema Terra, ma che non viene reintegrata abbastanza in fretta. La velocità di prelevamento é superiore a quella di rigenerazione.
Continuando così, a breve, in modo improvviso e non indolore, i limiti appariranno a tutti noi, e non sarà più necessario studiare o vedere conferenze: sarà la realtà che ci circonda a raccontarcelo.
Il consumo di suolo, l'edilizia speculativa scollegata all'abitare, l'uso delle risorse idriche, dell'energia, sono interconnessi, e dovrebbero essere alla base di un progetto politico. Progetto che ha lo scopo di permettere anche alle generazioni future di godere delle bellezze e dell'ambiente che noi abbiamo trovato.
Si parla di decrescita, non già per questioni ideologiche o per un ambientalismo un pò snob, ma perché i dati, scientifici e incontrovertibili, ci consigliano fortemente di cambiare rotta. Posto che sia desiderabile, e non credo, continuare a crescere, tutti i segnali ci stanno dicendo che non é più possibile farlo.
La sobrietà deve guidare il fare politico e anche le abitudini delle persone in generale. Dovremmo rinunciare a nuove strade, bretelle, ponti, passerelle, a migliaia di turisti in edifici orrendi, a sempre più auto? Pensiamo di si. Sarebbe desiderabile impiegare il danaro pubblico nella conservazione dell'esistente, nell'istruzione, negli asili, nell'aumentare le piste ciclabili e ri-creare le piazze ormai ridotte a parcheggi? Pensiamo di si.
Oltre ad essere auspicabile da un punto di vista filosofico, per fondare le basi di una vita meno ricca, con meno cose, ma forse più felice, lo é anche da quello pratico e scientifico: la Terra ci sta dicendo, da un po di anni e ogni anno sempre con anticipo, che il tempo della crescita é finito.

Noi siamo qui, ci rimane la possibilità di pensare e agire localmente. In questi giorni chiederemo un incontro con la giunta per parlare della raccolta differenziata e per capire dove va il nostro paese.








mercoledì 15 giugno 2011

RISPETTARE E DIFENDERE IL VOTO

REFERENDUM 1

REFERENDUM 2

Affluenza

54,8%


Percentuale Sì

95,3%


Affluenza

54,8%


Percentuale Sì

95,8%





E' stata una bellissima vittoria, dei cittadini, di milioni di persone che hanno detto come vogliono siano gestiti l'acqua, i rifiuti, l'energia e la giustizia.
La strada da seguire é chiara: fuori il mercato e i profitti dai beni comuni. Tutte le altre soluzioni non interessano alla maggioranza degli italiani.
In Altolago la risposta é stata molto positiva, in alcuni piccoli paesi (Dosso, Peglio, Trezzone, Vercana) si sono sfiorate punte del 68%. Il Comitato Referendario continuerà a lavorare per scongiurare il rischio che i nostri amministratori facciano finta di niente e continuino con le società miste, pubblico-privato.
Ne prendano atto i Sindaci indecisi, che ora hanno il conforto ed il supporto della maggioranza per difendere il voto e la volontà popolare.
Ne prendano atto i "politici" che diffondevano, in modo truffaldino, il verbo del i referendum non si fanno.
Ne prendano atto i vari amministratori regionali, il consigliere Dario Bianchi in testa, che giravano i paesi dicendo privato é meglio.
Prendano atto che non é grazie a loro, ma nonostante loro, che il popolo sovrano si é espresso.
Prendano atto che tra la base ed i vertici dei partiti (tutti) si é aperta una frattura che esige un vero cambio di rotta.

Prendano atto che ci aspettiamo agiscano di conseguenza, se non vorranno perdere quel filo di credibilità rimasta e, con essa, il senso del loro mandato.

a presto e grazie a tutti



p.s.

qui potrete trovare gli atti del convegno "Come finanziare il nuovo Sistema Idrico Integrato".
Invece qui troverete il video degli interventi.








giovedì 12 maggio 2011

12 e 13 Giugno 2011: INIZIA IL CAMBIAMENTO




Il silenzio sulla tragedia nucleare giapponese, il boicottaggio dell’informazione attraverso spot incomprensibili, la formazione di un’autority per l’acqua, i dibattiti annullati per la mancanza di contraddittorio....Nessuno di questi tentativi, goffi ed illegali, servirà a farci desistere: il popolo dell’acqua è alla base di un nuovo sistema di concepire ed organizzare la società.
Attorno al tema dell’acqua, e più in generale attorno ai Beni Comuni, si è formata una nuova coscienza civile, una nuova narrazione sociale, che fa sperare in un futuro diverso.
L’energia, il paesaggio, l’acqua, il sapere ed altri beni devono essere sottratti alle logiche di mercato, al sistema del profitto, e le persone, la stragrande maggioranza, lo hanno capito.
Chi finge di non capire, chi non prende atto che le regole democratiche vanno rispettate, e che é in atto una vera e propria rivoluzione, è il nostro Governo e la mostruosa plutocrazia che lo costituisce.

Manca solo un mese al voto del 12 e 13 giugno. In quella data si concretizzeranno gli sforzi compiuti dal comitato nazionale ”2 Si per l'Acqua Bene Comune”. Di fronte abbiamo un potere molto forte, e tuttavia incapace di demolire la coalizione che si è creata in questi anni, anche nei più remoti e marginali distretti del Paese. Si é andata formando, e trasformando in realtà, un'idea, del tutto trasversale, che sembrava utopia...i cittadini che diventano un vero e proprio soggetto politico, non più servi, o spettatori anestetizzati: Cittadini.

Il 12 e 13 giugno dovremmo essere in 25 milioni, una valanga di voti, ne va della libertà e della democrazia italiana! Questo appello è rivolto a tutti ed in particolare agli abitanti della zona in cui vivo, l'Altolago e la Provincia di Como.
Qui ci sono ottimi acquedotti, buone sorgenti, un sistema in generale ben funzionante e pagato con la fiscalità generale: perché dovremmo dare gestione e profitto a società private? Dove si é privatizzato si sono avuti, contemporaneamente: aumenti delle tariffe (300-400%), diminuzione dell'occupazione, diminuzione degli investimenti e peggioramento della qualità del servizio. Ed in ogni caso, al di là del tema economico, che é solo uno e non il fondamentale, dobbiamo ribadire che l’acqua è un diritto umano, nessuno nel mondo la può vendere e farci profitto. Possiamo pensare che esiste una fabbrica dell'acqua? Certo i fautori della privatizzazione dicono che ci vogliono investimenti per passare “dalla pioggia ai tubi”, bene, ma che rimangano nel contesto del pubblico.

Invito i Comuni della zona ad aprire il dibattito, ad adottare delibere nel senso della ripubblicizzazione, a diffondere il più possibile i Referendum. Non tradite il diritto di espressione ed informazione dei vostri elettori, qualsiasi sia la vostra posizione politica. L’acqua non ha colore.
Esorto i Parroci, a volte cauti nello schierarsi: siamo il paese di S. Francesco d’Assisi, é giusto diffondere la cultura e la difesa di un bene così prezioso per la vita.
Le Associazioni cittadine, grandi e piccole, possono farsi promotrici del tam tam Referendario, raggiungendo i soci iscritti e facendo rete, spesso basta una mail.
I singoli cittadini, con un semplice ma concreto passaparola.

Abbiamo 30 giorni, usiamoli bene, per uno scopo comune, perché
si scrive acqua ma si legge democrazia


Tutte le informazioni sulle iniziative e sui quesiti referendari su
www.acquacomo.it
www.referendumacqua.it

martedì 3 maggio 2011

IL DOVERE DI SCHIERARSI




Questo mese il Vicesindaco di Parigi, Anne le Strat, sarà in Italia per spiegare i danni provocati da 30 anni di gestione privata del Sistema Idrico e sostenere i Referendum.



Eh si, ormai anche un bambino se ne rende conto: i beni comuni non vengono "liberalizzati" ma "privatizzati"; un fiume di soldi, per un ammontare complessivo di 60 miliardi all'anno.
Questo é il giochetto: traslare dal pubblico al privato, garantire appunto, come dicono i comitati cittadini da anni, la sopravvivenza di alcune lobby a cui il sistema dei partiti, sforna leggi ad hoc. La premessa, a garanzia del risultato, sta nella demolizione completa del concetto di società, per sostituirlo con un altro "la richiesta singola". A chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto, con un bel ritorno alle logiche sociali ottocentesche.

I fatti, per fortuna, dimostrano che il giocattolo si é rotto: la coscienza civile italiana, dagli intellettuali agli artisti e, in modo assolutamente trasversale, alla cosiddetta gente comune, é in movimento, determinata a non perdere la partita.

Qui siamo in Provincia, Altolago, numericamente pochi, ma facciamo il possibile: banchetti, volantinaggio, mozioni, il supporto importantissimo di associazioni come Il Cerino, i Parroci, alcune Pro Loco che rispondono.
L'assente ingiustificato rimangono i politici locali, troppo indaffarati a non informarsi, a non voler vedere un futuro diverso, a non voler pestare i piedi al Capo. Questo disimpegno, attendismo vergognoso, rimane a mio vedere e per ora, un comportamento imperdonabile.
Qualsiasi colore abbia la casacca dei politici, in questo caso deve essere la stessa dei Comitati Referendari, fiancheggiatori e non antagonisti muti.


Il resto del dibattito, le giustificazioni, le analisi, i tatticismi...meglio il privato, più efficienza, società miste.....il parternariato alla francese, processi industriali...eh...come abbiamo ben capito, son tutte balle.


IL 12 E 13 GIUGNO TUTTI A VOTARE!!

SI PER L'ACQUA PUBBLICA
SI CONTRO IL NUCLEARE
SI CONTRO IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

info:
www.acquacomo.it
www.acquabenecomune.org






sabato 23 aprile 2011

L'ASTA INTERROTTA


Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.



A vedere quel che succede viene voglia di andare via: chi dovrebbe fare da riferimento per diffondere senso civico, cultura e rafforzare l'identità territoriale sta demolendo, del tutto indifferente alle richieste, quel poco che resta.
Sono tutti presi a iniziare "un percorso" come vanno ripetendo anche i candidati sindaci locali, quasi tutti esattamente l'antitesi del nuovo. Stesse facce, stessa "onda", fatti che poi smentono le parole.

Tutti questi politicanti si guardano bene dal promuovere o diffondere i Referendum. Anzi, fanno di tutto per boicottarlo, sia localmente che a livello nazionale.

Sanno che il quorum verrà raggiunto.















giovedì 21 aprile 2011

SPAZIO MINORANZA = ZERO

Gentil Paese, "Spazio dedicato alla minoranza" in bianco per 5 anni

"Il nostro gruppo ritiene che la popolazione debba essere coinvolta in modo diretto...per questo é nostra intenzione proporre assemblee..consultazioni...favorendo informazione e confronto diretto..."
Manifesto elettorale della lista "Domaso nel Cuore"


Naturalmente non é vero niente, alcuni di loro ci credevano, ma quelli furbi, invece, scherzavano.
Non una decisione di questa amministrazione ha visto coinvolta la minoranza, figuriamoci poi la popolazione. Il popolino é meglio che non sappia.

Progetti di ponti, sistemazioni ed allargamenti, vallette, rifacimento di contratti, Piano di Governo (PGT), sistemazioni urbane, potature, tagli e decimazione delle alberature.
Nulla trapela, si saprà cosa e come, una volta approvato. Non vogliono fastidi: é il nuovo che avanza: la gestione aziendale.

Il concetto di esclusività e non-ingerenza si estende anche alla minoranza, nel momento in cui non vengono discusse le mozioni presentate o non vengono accolte delle inoffensive richieste di collaborazione. E' proprio di questo tipo di gestione, accentratrice e a volte con molteplici interessi, provare un profondo senso di disappunto davanti a richieste legittime.

Diritto di mozione, di iniziativa, dovere di risposta, dibattito: tutta roba inutile! Un fastidio in più.

Come quella di osare richiedere la documentazione una decina di giorni prima dei consigli, per poterla leggere studiare e scriverci gli interventi (che cosa inammissibile!).
La regola però é contemplata nello statuto comunale art. 12/1a che recita "almeno 5 giorni prima" però la richiesta ha alterato il sindaco, chissà perché...portandolo a sostenere che ai tempi suoi "bastavano ben tre giorni"...anche se dall'immagine in alto, Giornalino del 2006, non sembra che lavorassero poi così fittamente e produttivamente.

Le assemblee e le consultazioni si fanno prima di decidere, per sapere che ne pensano i cittadini e sentire tutti i contributi, altrimenti...é la prova provata che si é mentito agli elettori, di cui si sbandiera la sovranità ma, una volta eletti, ci si guarda bene dal permettere loro di esercitarla.

Ritenendo grave il silenzio sui Referendum, ripresenteremo la mozione sull'Acqua Pubblica e una nuova mozione sulle Riprese Video dei consigli comunali.

Cari saluti

















domenica 3 aprile 2011

VOLONTARI ATTIVISTI CERCASI ! !



Un saluto a tutti!
Come sapete il 12 e 13 giugno ci saranno i referendum per fermare la privatizzazione dell'acqua e il nucleare.

Visto che l'informazione sul tema é pressoché assente é indispensabile creare una rete di attivisti che diffondano l'argomento sull'intero territorio provinciale.

Chiedo a chi é disposto a sacrificare un pò di tempo per questa causa di contattare i seguenti numeri:




Massimo Ortelli zona 1 - alto lago ortellimassimo@gmail.comQuesto indirizzo e-mail è protetto dal bot spam. Devi avere Javascript attivato per vederlo.
339 3341243


Diana Giossi zona 2 - Lepontine dgiossi@fc.eduQuesto indirizzo e-mail è protetto dal bot spam. Devi avere Javascript attivato per vederlo.
328 1183031

Flavio Martinelli zona 3 - basso Lario - Val d'Intelvi flavio.martinelli@yahoo.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dal bot spam. Devi avere Javascript attivato per vederlo.
329 0684487

Questo per potere giungere, a ridosso delle date del 12 e 13 giugno, ad avere almeno un referente territoriale per comune, e quindi potere organizzare in modo il più diffuso ed efficace possibile i banchetti e le assemblee pubbliche.
Le zone territoriali corrispondenti si trovano qui.

Grazie a tutti!!!

Si scrive acqua ma si legge democrazia - www.acquacomo.it

giovedì 17 marzo 2011

Vogliamo l'acqua, il sole...mica la luna!



Bel video dove Marco Bersani, socio fondatore del Movimento per l'Acqua, e Renato di Nicola, Abruzzo Social Forum, spiegano i Referendum Acqua e Nucleare.

Confrontateli, se avete voglia, con l'intervento di Roberto Formigoni (Presidente della nostra Regione e nostro non-rappresentante), tenuto alla conferenza di Veolia, multinazionale francese.
Tutto perfetto, istrionico, paroliere: da copione. A fine intervento però....scappa il lapsus!

lunedì 14 marzo 2011

Lettera aperta

Per i più curiosi, la premessa a questa lettera si trova in:
Interrogazione 02-2011 e relativa risposta.

LETTERA APERTA

Domaso, 12 Marzo 2011

Egregio Signor Sindaco

Premetto che non ho niente di personale contro lei e membri dell’amministrazione.

Dopo l’ultimo consiglio comunale, che mi ha permesso di vedere da che parte sta, anche se non esattamente di capire il perché, mi sento di scrivere queste righe. Francamente, purtroppo, fatico a vedere l’amministrazione come amica, sensazione che in fondo non ho mai percepito, proprio perché la collaborazione, da sempre e fin’ora, è contenuta solo nelle parole, e non nei fatti. Immagino di suscitare la stessa sensazione anche a lei…..con le debite differenze di ruolo e di potere .

Purtroppo la mia idea di democrazia (non solo mia, di molti) prevede che la partecipazione dei cittadini e quella dei gruppi di minoranza (opposizione è un termine che non condivido) sia reale, concreta e non teorica. Benedirei un’amministrazione che, ad esempio, convocasse periodicamente i suoi elettori in assemblee aperte, dove discutere e confrontarsi.

Auspicherei che, al di là delle normative, si perseguisse un’altra etica e un altro agire, soprattutto su temi importanti come i beni comuni, promuovendo la consapevolezza e l’informazione; in altre parole, che non si amministrasse e basta, applicando quel concetto di “governance” che ha pervaso la gestione pubblica, riducendola a pura amministrazione aziendale. Questo processo di espropriazione dei diritti e della partecipazione, in atto da almeno due decenni, trasforma i cittadini in semplici e redditizi clienti.

Per questo, nella mia mente semplice che crede di sapere e non sa, coltivo l’idea strampalata che un’amministrazione abbia come modalità il portare tutte le mozioni che vengono proposte, pubblicamente discuterle, poi emendarle, accettarle o bocciarle. Amministrazione partecipata e democratica, che appartiene alle cose che si possono fare, dovendo però sostare in quella zona grigia dove non vige la norma, ma la possibilità. Così non è stato. La mancanza di un regolamento sembra un pretesto, (legale o no, non spetta a me deciderlo), per non trattare argomenti che, ad esempio, si reputano scomodi.

Il tema del referendum, decisamente trasversale, è stato liquidato in un minuto, sostituito dallo scandalo del consigliere che usa internet e fa interrogazioni senza conoscere le parole della legge. Infatti all’interrogazione, quasi fosse una sua temporanea abdicazione, non ha risposto lei, come avrei auspicato e creduto. Prendo atto che i termini da me usati possono essere inesatti, ma l’argomento dell'interrogazione era eminentemente politico.

Definirei questo come confondere il dito con la luna, spostare l’attenzione dei cittadini, e farli concentrare sulla rampogna al sottoscritto e non sul fatto che il Comune di Domaso, ad oggi, non vuole discutere di acqua pubblica. Accendere i riflettori su una questione risibile per lasciarne in ombra una ben più importante.

Le chiedo: perché questo tema, di rilevanza nazionale e mondiale, deve passare sotto silenzio?

Questa modalità, in generale, è un comportamento antidemocratico ed è anche fare disinformazione: scusi ma molti di voi (lei stesso) hanno sottoscritto i referendum: perché lo avete fatto?. Prendo atto della situazione, valutando che qui siamo in un piccolo paese e ognuno di noi potrà chiedere conto direttamente dell’operato di ciascun membro dell’amministrazione.

La lascio con una richiesta concreta, operativa: per la stesura del Regolamento del Consiglio Comunale, che vi sete impegnati a fare in breve tempo, convochi anche i membri della minoranza, o addirittura pensi ad una formula allargata. Ne verrà, lo dico senza nessuna ironia, un momento diverso, un'occasione di crescita per tutti e, sono certo, un buon lavoro.

Cordialmente

Massimo Ortelli – Capogruppo di minoranza lista civica “Chiamadomaso”



Dersu Uzala e la vendita dell'acqua



Questo é un frammento inviatomi dal Comitato Acque Comasche, che ringrazio di cuore, perché oltre al tema che tratta, mi ha ricordato il cineforum della scuola media a Gera Lario.

Cattivo omo
, questo risponde il protagonista, nel vedere che si fa commercio di un bene come l'acqua, di cui nessuno può dire di essere proprietario...Dersu Uzala in una semplice, delicata e commovente parola inchioda i privatizzatori di questo povero Paese.
Lo capiranno?
La gente lo ha capito, lo capisce subito, per questo il 12 e 13 giugno non andremo al mare come spera il Governo!

Per informazioni, sostegno e per dare una mano al comitato:

www.acquacomo.it

giovedì 10 marzo 2011

Privatizzazione dell'acqua in Lombardia

Risposta a Formigoni sui rischi di privatizzazione dell’acqua in Lombardia


Lombardia: la legge regionale sull’acqua deve essere sospesa!

Milano, 08 marzo 2011 - “La verità è che la legge regionale sull’acqua, votata a dicembre dalla Regione Lombardia e impugnata dal Governo, obbliga a privatizzare l’acqua: occorre ora sospendere l’applicazione della legge e aspettare l’esito del Referendum per l’acqua pubblica”.

Questa la nostra risposta alla dichiarazione rilasciata in data odierna (a margine del convegno "Acqua, bene pubblico e servizi di qualità" tenutosi oggi a Roma) dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e riportata da alcune agenzie di stampa.

La verità è che la Regione, con l'approvazione della legge n. 21/2010 votata lo scorso 22 dicembre, ha voluto fare da apripista ai modelli di privatizzazione dell'acqua proposti dal Governo nazionale con il cosiddetto decreto Ronchi, offrendo alle imprese multinazionali europee la possibilità di accaparrarsi le efficienti gestioni oggi in mano alle aziende pubbliche lombarde finora controllate dai comuni.

Il rilievo di costituzionalità opposto dal Governo nazionale rispetto al mantenimento in essere delle società patrimoniali, era già stato oggetto di contestazione da parte della Corte Costituzionale sulla precedente legge regionale del 2006, accogliendo i rilievi mossi dal Governo Prodi. Alla luce degli obblighi imposti dal decreto Ronchi (obbligo della messa a gara o cessione di almeno il 40% delle società di gestione) non si capisce quale possa essere il ruolo che le società patrimoniali possono svolgere se non quello di mettere a disposizione dei privati i soldi per garantire gli investimenti.

Solo la vittoria del Referendum (che chiede l’abrogazione del decreto Ronchi, ovvero dell’obbligo del ricorso alla gara) potrà riaffidare ai Comuni la facoltà di scegliere le modalità di affidamento previste dalla giurisprudenza europea, tra cui la gestione totalmente pubblica, salvaguardando in tal modo la gestione diretta dei servizi idrici.

Chiediamo pertanto alla Regione Lombardia di sospendere l’efficacia della legge regionale n. 21/2010, e contemporaneamente diffidiamo i presidenti di tutte le Province della Lombardia onde non dare applicazione alla pessima norma regionale, in quanto sarebbe un affronto alla democrazia accelerare le gare di privatizzazione prima dello svolgimento del Referendum, esponendo oltretutto i Comuni a possibili impugnazioni se, come auspichiamo, i cittadini italiani sosteranno con i loro Sì i due quesiti referendari.

Rosario Lembo - presidente del Contratto Mondiale sull'acqua

Roberto Fumagalli - referente regionale del Comitato Referendario “2 Sì per l'acqua bene comune”


http://www.acquacomo.it/




martedì 8 marzo 2011

Non stiamo a guardare!

Aria, acqua, paesaggio, sapere ed energia non dovrebbero essere una merce,

in nessuna società e in nessun tempo


Ieri si é svolto il consiglio comunale. Alle ore 20,30, in sala consigliare é stata notificata la risposta all'interrogazione pubblicata sull'ultimo post. La notifica avviene in modo un pò anomalo, frettoloso direi, ma a fine consiglio mi spiego il perché: sarà oggetto di una delle solite comunicazioni del sindaco. La risposta sarà presto commentata e commentabile. Questo é il senso del blog: uno spazio libero, pubblico e democratico.

Vorrei parlare oggi non di mozioni, ne avremo modo, ma della posizione dell'Amministrazione Comunale di Domaso rispetto ai Referendum sull'acqua pubblica. I

l sindaco, la giunta e il consiglio non ritengono, almeno per ora, di dovere portare a votazione la mozione sull'acqua, presentata ormai un mese fa. Una posizione che considero sconcertante e inspiegabile. Al di là delle dichiarazioni personali o dei gesti d'immagine, come la sottoscrizione referendaria estiva, il nostro comune sembrerebbe, di fatto, a favore della privatizzazione dell'acqua. Sembra che, pur in una posizione di potere, come quella di Sindaco, nulla verrà fatto per difendere un bene così prezioso. Se così fosse la responsabilità sarebbe grande e l'omissione grave, sia della giunta che dei consiglieri di maggioranza. Sette mesi per rinegoziare la transazione per il Porto Turistico sono un impegno gravoso, di cui diamo atto all'amministrazione, però...sessanta secondi fuori consiglio per liquidare il tema dei referendum sui beni comuni sono, francamente, un pò pochi. Questo disimpegno é contenuto in poche frasi, quali "...quando si amministra vi sono delle leggi provinciali, regionali e statali che vincolano....", vado a memoria, ma questo era il senso dell'intervento del sindaco.

Sono consapevole che leggendo queste righe potreste, in qualche modo, sentirvi attaccati, e a nessuno fa piacere. Non lo siete, vi prego di credermi, siete semplicemente chiamati in gioco. Il potere di dare un segnale forte, di tracciare una strada, ce l'avete voi, non certo la minoranza consigliare. Come possiamo tenerci in disparte, invocare leggi e regole nazionali? L'acqua e i beni comuni sono il business di questo secolo, qui e nel mondo. Come possiamo pensare che anche l'acqua diventi una merce e quindi venga trattata con le regole del mercato? Scarsità, massimizzazione dei profitti, speculazione borsistica...queste le applicazioni che il mercato ha sulle sue merci. Dietro il ricorso al privato, é ben noto, non vi é alcun movimento di pensiero ma, semplicemente, un movimento di interessi.

Auspico quindi che il Comune di Domaso si proponga come elemento trainante, e non rimanga spettatore, di una politica di rete tra i sindaci dell'Alto Lago. Politica che, partendo dall'acqua, vada in direzione di un nuovo concetto dei beni comuni, per ridisegnare una narrazione diversa di società, per costruire un altro futuro.

Faccio appello all'amministrazione comunale tutta, perché riveda la posizione neutrale che sta assumendo, riconsideri il proprio ruolo, e si schieri, senza se e senza ma, contro le privatizzazioni, posizionandosi con chiarezza a favore della ripubblicizzazione.

Il testo della mozione, che potrebbe essere proposta anche negli altri comuni, é stato spedito, giorni fa, all'indirizzo di posta elettronica dell'assessore all'urbanistica e al membro esterno, rispettivamente Anna Tunesi e Rita Mazza, affinché venisse modificato, eventualmente emendato per essere portato all'attenzione del consiglio Comunale e dei cittadini.

giovedì 3 marzo 2011

Diritto a presentare mozioni di voto

L'interpretazione normativa della Segretaria Comunale sembra essere orientata a permettere delle interrogazioni in cui il consigliere "chiede" se una certa mozione può essere presentata e votata oppure no. In sintesi: l'amministrazione avrebbe facoltà e non dovere di portare in consiglio delle mozioni di voto. Sembra questa, se confermata, una posizione estremamente lesiva dei diritti dei consiglieri, art. 43 della 267/2000, e anche dello Statuto Comunale vigente. Di fatto non si permette così di portare a votazione palese nessun argomento non in linea o scomodo per la maggioranza.

Il testo dell'interrogazione:

Spett.le Sig. Sindaco
Comune di Domaso
e p.c.
Consigliere Comunale
Simone Feloj
Sede

Interrogazione n. 02 del 01 Marzo 2011
Oggetto: Presentazione Mozioni

Il sottoscritto Massimo Ortelli, in qualità di consigliere, a seguito di intercorsi colloqui con la
segretaria comunale e con lo stesso sindaco, chiede all'Amministrazione Comunale:

1) Precisazioni del perché la suddetta amministrazione ritenga una “facoltà” e non un atto dovuto il portare all'ordine del giorno del consiglio le mozioni eventualmente presentate dallo scrivente o da altri membri della stessa.

2) Come la stessa ritenga possibile espletare completamente il mandato e il ruolo di consigliere comunale, ancorché di minoranza, se l'uso di uno strumento così importante e peraltro garantito dalla normativa nazionale come la mozione, diventa “a discrezione” dell'organo della Giunta.

3) In osservanza a quale normativa venga praticamente disapplicato il diritto di presentare mozioni e di vederle discusse, così come definito dal Regolamento Comunale vigente, agli artt. 12 Funzionamento del Consigli, decadenza dei consiglieri, 1/f e 1/g.

4) In osservanza a quale normativa si debba presentare preventivamente un'interrogazione in Consiglio a chiedere se lo stesso sia disposto a discutere una certa mozione, quasi come fosse un favore e non uno degli strumenti previsti dalla legge.

Alle suddette interrogazioni é richiesta risposta scritta. Come previsto dallo statuto comunale vigente.

Domaso, li 27-02-2011

Cordiali saluti
Massimo Ortelli
Capogruppo lista civica “CHIAMADOMASO”